NANNI VALENTINI
ARTIST STATEMENT & BIO
Nanni Valentini, (Sant’Angelo in Vado, 1932 - Vimercate, 1985).
Nel 1945 inizia a frequentare la Scuola d’arte per decorazione ceramica a Pesaro, per passare nel 1949 all’Istituto d’arte di Faenza, che frequenta fino al 1953, successivamente inizia a frequentare l’Accademia di Bologna.
Nel 1956 entra nella cerchia della Galleria La Salita di Liverani e stringe amicizia con Gastone Novelli, Emilio Villa, Gino Marotta; ottiene i primi premi al XIV Concorso di Faenza e all’XI Mostra della Ceramica di Vicenza, cui molti altri seguiranno negli anni.
Nell’autunno 1957 si trasferisce a Milano, ove espone presso Triennale Milano e inizia a progettare con Luigi Massoni la Serie “Natura”. Frequenta Arnaldo e Giò Pomodoro, Ettore Sottsass e Lucio Fontana, che gli organizza la prima personale milanese all’Ariete nel 1958.
Nel decennio, cruciale, 1975 - 1985, Valentini viene riconosciuto come uno dei massimi scultori in ceramica viventi; a fine anni Cinquanta collabora tra l’altro con Lucio Fontana alla monumentale Tomba Melandri a Faenza, vince il Premio Faenza nel 1956, 1961 e 1977 e il premio del Syracuse Museum of Fine Arts nel 1958.
Nel 1976 si afferma sulla scena milanese con una personale memorabile di opere pittoriche e sculture alla Galleria Milano di Carla Pellegrini.
Nei primi anni Ottanta presenta una serie di personali in gallerie primarie, come Babel, a Heilbronn, nel 1981. Nel 1982 ottiene una sala personale alla Biennale di Venezia ed è presente in “La sovrana inattualità” al Museum des XX. Jahrhunderts di Vienna. Nel 1984 presenta una vasta personale al PAC - Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano e il suo Cratere entra nelle collezioni permanenti del Civico Museo d’Arte Contemporanea di Milano, presso Palazzo Reale. Espone, infine, al Museu de Ceràmica di Barcellona.
Muore improvvisamente il 5 dicembre 1985.
Trasparenza (Scala), 1975, 167x112cm, pigmented gauze and mixed media Courtesy
ABC-ARTE Milano Genova
Deriva (onda), 1982-83, 80x50x22 cm, vitrified terracotta, courtesy ABC-ARTE Milano Genova
Le opere esposte sono pietre miliari del percorso dell’artista, con cui riemerge prepotente la sua
idea di una statuaria possibile e un legame non di facciata con il sacro, tra fisica e metafisica.